La macchina fotografica che prenderemo in esame in questa recensione è la Fujifilm X-E1, la sorella minore della Fujifilm X-Pro 1, una mirrorless molto interessante, forse la più interessante presente oggi sul mercato. Attenzione, anche la X-Pro 1 a suo tempo è stata definita la migliore delle mirrorless, e il fatto che questa Fujifilm X-E1 sia definita come sorella minore, non va visto in lato negativo, ma piuttosto positivo. In questa fotocamera non abbiamo più il mirino ibrido della X-Pro 1, che offriva molti Pro, ma anche molti Contro.
Al suo posto abbiamo un moderno OLED a 2,43 milioni di punti! Un vero gioiellino di tecnologia. Il contrasto ha un rapporto di 5000:1, una sostituzione di mirino che si accetta più che volentieri, data anche la differenza di prezzo a vantaggio della Fujifilm X-E1. Rispetto alla X-Pro 1 migliorano e diminuiscono anche dimensioni e peso. Il cuore della fotocamera resta invece lo stesso, con il sensore X-Trans della Fujifilm, uno CMOS da 16 mega pixel. Siamo quindi di fronte ad una macchina fotografica meno ricercata, ma più adatto al grande pubblico.
Come si comporta sul campo?
Questo però non ne pregiudica la qualità delle immagini, mantenendo un rapporto qualità-prezzo molto interessante e garantendo caratteristiche al Top. Anche in questo caso, così come avevamo visto per la X-Pro 1, grazie al sensore X-Trans c’è stata l’esclusione del filtro passa basso, a tutto vantaggio di una maggiore nitidezza delle immagini. La sensibilità ISO va da un minimo di 200 ad un massimo di 6400, grazie allo stesso processore che era montato sulla Pro 1, con una cadenza di scatto molto buona da 6 fps. L’AF è dotato di 49 punti compresi in una griglia 7×7 che di fatto copre l’intera area di inquadratura.
Passando al corpo macchina c’è da dire che la Fujifilm X-E1 prende spunto, così come nel caso della Pro 1, dalle vecchie macchine fotografiche. La maggior parte del corpo è rivestito da policarbonato, anche se l’uso sapiente di parti metalliche in giro per la macchine, le dona un aspetto più professionale. Nella parte superiore troviamo diverse ghiere meccaniche, per selezionare i tempi, quella per l’esposizione esposimetrice e il pulsante di scatto, concentrico a quello di accensione. Nella parte posteriore troviamo il piccolo display, con una diagonale da 2,8” e 460 mila punti (in questo caso perde il confronto con la Pro 1 che aveva un display da 3” e 1,3 milioni di punti).
La migliore mirrorless?
Intorno al display invece troviamo una serie di comandi che non andremo ad analizzare in questa sede, per non dilungarci troppo. Una cosa da dire è che ancora una volta questi comandi e questa disposizione mettono in risalto il forte legame che Fujifilm ha con il passato e con le vecchie macchine fotografiche. Come anche l’impugnatura, accennata appena, ma sufficiente per avere una presa salda sulla fotocamera. Ad onor del vero però c’è da aggiungere che questo tipo di impugnatura offre tutti i suoi difetti dopo qualche ora di utilizzo, dove le mani si indolenziscono per intorpidimento. Purtroppo a livello prestazionale la Fujifilm X-E1 non ci ha impressionato.
Il tempo di accensione è più lungo di quello dichiarato, la messa a fuoco dipende molto dalla modalità selezionata e tra uno scatto e un altro passa quasi un secondo. Non è una fotocamera molto performante, ma tra quelle della serie X è probabilmente il modello riuscito meglio. Compete come qualità delle immagini con le migliori reflex e rispetto alla Pro 1 rinuncia ad aspetti secondari a vantaggio di altri più influenti come dimensioni, peso e prezzo. Non è una fotocamera esente da difetti, non è ergonomica, però incarna alla perfezione lo spirito di una mirrorless, ottima qualità, racchiusa in un piccolo spazio.